Un paio di "micidiali" idee per valorizzare la nostra città da sempre culla di cultura e personaggi. Il quotidiano "La Nazione" ha pubblicato oggi, nella rubrica ideata per essere gestita direttamente dai "cronisti in erba", gli articoli dei ragazzi della scuola media "Giorgio Vasari" dove espongono delle curiose e interessanti idee.
Sotto l'attenta guida degli insegnanti Patrizia Donati, Tania Donati ed Alessandro Ristori, ovviamente in perfetto ordine di "registro scolastico", gli studenti sono: F. Banchetti, C. Calcinai, E. Caldarone, F. Corsi, L. di Capua, P. Farsetti, T. Giovannetti, S. Maione, T. Massetti, N. Moretti, N. Moretti, M. Paffetti, A. Pallini, M. Paoloni, E. Puglisi, N.P. Andrei, S. Sestini, N. Usai, A. Zafar e F. Zheng.
BASTERREBBE AREZZO ALLA GLORIA D'ITALIA?
Proviamo a immaginare una "walk of fame" tutta aretina nel centro della città.
Carducci ne era convinto, gli aretini pure, magari a fasi alterne. Nei secoli abbiamo ringhiato spesso da orgogliosi ghibellini, a volte dandole, come ai tempi dell'Armata Aretina del Vivamaria contro i francesi, più volte prendendole, come a Campaldino. Il meglio di sé però, secondo noi, il popolo di Arezzo lo ha dato generando artisti e personaggi eccellenti. E allora perché non trasformare la strada più calpestata della nostra città in una "walk of fame" tutta aretina?
Ogni pochi metri, a terra, dove tutti camminano, aretini e turisti, pietre incastonate nel selciato che ci ricordino i nomi di aretine e aretini illustri. E' vero che le lapidi ci sono anche sui muri, ma siamo sempre meno abituati a tener la testa per aria.
E allora la storia dell'arte e della letteratura impariamole camminandoci sopra, ché pian piano quei nomi diventeranno familiari. L'elenco è lungo, tra passato e presente: Mecenate, Vasari, Cesalpino, Piero Della Francesca, Guido monaco, Pietro Aretino, Petrarca; tra le donne poetesse, eroine, sante e muse come Faustina e Ippolita degli Azzi, Santa Teresa Margherita Redi e Amaranta Mancini; e tra i contemporanei Arturo Benedetti Michelangeli, Negrita, Pupo, Roberto Benigni, Menchino Neri e mille altri ancora, la lista è interminabile! Appuntamento da Mecenate?
LUCI SULLA CITTA'
La magia delle luci di Natale in versione ... cavalleresca
In questi anni Arezzo si è trasformata in una meta attraente, grazie a tanti eventi e attrazioni pensate per divertire e allo stesso tempo far ammirare la nostra bella città ai visitatori e agli aretini. A Natale la città si illumina più del solito, gli edifici del centro storico risplendono di luci colorate e abbaglianti che riscaldano l'atmosfera. Piazza Grande, il cuore della città, si veste di fregi raffinati. Poi ci sono le luminarie, che trasformano le strade della città in un grande luna park, festoso e colorato.
Le luci del Natale piacciono a tutti ma a volte sono monotone, sempre uguali ... e allora perché non fare come in altre città italiane che usano delle bellissime luminarie con parole, frasi che ricordano grandi personaggi di quella città, cantanti, poeti, artisti?
Ad Arezzo avremmo l'imbarazzo della scelta, ma potremmo osare di più: scrivere frasi tratte dalla Disfida di Buratto, o altre dall' Inno del Saracino, o parti di entrambi. L'effetto sarebbe garantito: far sospirare e inorgoglire gli aretini fino alla prossima sfida in piazza e incuriosire i turisti che, leggendole, chiederebbero di cosa si tratti e forse tornerebbero a visitare Arezzo per vedere la Giostra.
FRANCESCO E LAURA: IL RITORNO!
Cronaca assai improbabile dei una gira ad Arezzo del Grande Poeta
P: Petrarca L: Laura B: Bigliettaia
Premesso che secondo alcuni studiosi Laura non sarebbe mai esistita, che anche se lo fosse sappiamo che tra loro non c'è stata alcuna storia, che Francesco ci ha firmato una liberatoria per la privacy, pubblichiamo di seguito la conversazione originale del loro viaggio ad Arezzo.
P: Amo, siamo arrivati!
L: Magnifico! Mi avevi promesso di mostrarmi la tua casa!
P: Certo, ti porto a vederla, sempre che ritrovi la strada, è dal 1304 che non torno! Eccola, Via dell'Orto 28! Si è mantenuta bene, non la ricordavo così bella!
L: Tesoro, ricordati che sono più bella io! Non dici sempre che adori i miei capei d'oro?
P: Ovvio amore mio!
L: Non vedo l'ora di entrarci!
B: Benvenuti! Intero o ridotto?
P: Ma chi siete? Come osate entrare in casa mia?
B: Caro signore, forse ha sbagliato porta? Tra l'altro siamo in epoca Covid e vorrei ricordarle che è obbligatorio indossare la mascherina.
P: Questa è casa mia! Come si permette?
B: Ora basta! O compra il biglietto o se ne va, ché ci sono altri visitatori in fila! E poi ce l'ha il greenpass?
L: Dai amo, andiamocene
P: Ma 'sta gente del 2022, ma come parlano? Covid, greenpass, a un petrarchista come me? Sono letteralmente basito! E le mascherine...neanche fosse la peste del '48!
L: Amo non importa, facciamo una passeggiata in quel parco, magari ti calmi un po'. Ma lo sai che somigli un sacco al tipo sul monumento?
P: Ma di co... Oh mater sanctissima! Ma quello sono io!
L: Guarda! Le panchine sono piene di scritte, alcune proprio strane: “TV1kdB”, “Forza Juve”, “Alò”, “Mi ai preso il quore”, “Vado al massimo” un nuovo stile di poesia moderna? Che letterati questi aretini, proprio come te! Guarda! C'è anche un “E il naufragar m'è dolce in questo mare”, questo è uno bravo eh!
P: Sai che faccio? Ci scrivo qualche verso anch'io. Senti un po' questi:
“Allor fui preso, e non mi spiacque poi” “sì dolce lume uscia dagli occhi suoi” e quest'altro “Et nulla stringo, et tutto il mondo!“Le cose più belle di questo mondo sono come breve sogno” e adesso l'ultima, la mia preferita “ove le belle membra pose colei che sola a me par donna”
L: Sei il numero 1 Francesco!
Avremmo potuto continuare, magari con una recensione su tripadvisor, ma ci fermiamo qua, cercando una conclusione semiseria per un'idea che ci frulla in testa. Abbiamo dato i natali a un gigante della letteratura e lingua italiana, abbiamo la sua casa, scrigno prezioso di memorie a lui dedicate, abbiamo il monumento del Prato, dove lui si erge solo et pensoso ad ammirare la sua città: non sarebbe bello se anche le panchine che circondano il monumento fossero dedicate a lui? Basterebbe poco, i suoi versi dipinti dove siedono tanti ragazzi aretini, quelli che hanno fatto chiodo, gli innamorati o chi vuol star solo et pensoso.
In fondo, Petrarca was here!