Il 1971 fu un anno particolare. A Porta Sant'Andrea, fino a quell'anno, tiravano Franco Ricci e Vittorio Zama, entrambi del Rione Rosso di Faenza. I due erano coppia fissa sia ad Arezzo che nella manifestazione cavalleresca corsa nella loro città. Fino all'estate del 1971, quando Zama litigò furiosamente con il capitano del Rione Rosso e ruppe tutti i rapporti.
Giunto ad Arezzo, Zama fece sapere la cosa al capitano di Sant'Andrea, Enzo Piccoletti, dicendogli che con i biancoverdi non aveva problemi, ma del Rione Rosso non voleva più saperne e quindi non aveva nessuna intenzione di tirare con Ricci. "O lui o me" fu l'ultimatum del faentino. Sant'Andrea si trovò in grossa difficoltà, ma decise di non rinunciare a Ricci. Così, alla giostra del '71, i biancoverdi si presentarono con Franco Ricci e un altro giostratore proveniente da Faenza, Mario Giacomoni. Vittorio Zama passò a Porta Crucifera, formando una nuova coppia di faentini con Gabriele Tabanelli. Si arrivò così alla giostra in un clima di grande tensione, con i quartieristi biancoverdi che davano del "venduto" a Zama e quelli rossoverdi che inveivano contro Ricci. La giostra la persero entrambi. Sant'Andrea uscì per un clamoroso errore di Ricci, che scese da cavallo prima di presentarsi alla giuria. Porta Crucifera perse agli spareggi con Santo Spirito. Mentre i gialloblu andavano a prendere la lancia, gli altri quartieri andarono sotto le Logge Vasari a recuperare i cavalli. E lì partì la scintilla che scatenò il finimondo. Un giovane biancoverde, passando con il cavallo, incrociò Zama in sella, pronto ad andarsene. "Venduto" urlò il giovane e Zama in risposta gli mollò una scudisciata con le redini. Il giovane, con in mano una delle lance dei cavalieri di casata, fece il verso di dargliela addosso spaventando il cavallo. Zama scese di sella e si lanciò dietro il giovane, ma fu aggredito dal fratello di questo. Arrivarono uomini di entrambi i quartieri per sedare la rissa, tra cui il Piccoletti, capitano biancoverde. Pare che in mezzo alla baraonda Tabanelli lanciò il suo cavallo proprio contro il Piccoletti con l'intento d'investirlo, ma senza riuscirci. Questo scatenò la reazione di Ricci, che si aggrappò a Tabanelli. Nella colluttazione Ricci e Tabanelli (che qualche anno dopo si sarebbero ritrovati insieme in rossoverde) finirono giù da cavallo, rotolando sul lastricato in una furibonda lotta. L'intervento degli altri quartieristi riuscì a riportare la calma e Sant'Andrea riuscì a rincolonnarsi e ad imboccare Corso Italia per tornare in sede. Nel frattempo a Porta Crucifera arrivò la notizia: "Sant'Andrea ha picchiato Zama e Tabanelli !". In un attimo venne formato il "commando" e partì la spedizione punitiva. I biancoverdi svoltarono da Corso Italia verso Piazza Sant'Agostino e imboccarono via Garibaldi, verso la sede. Qui, come era consuetudine, i cavalieri spronarono i cavalli al galoppo, avviandosi verso le stalle. All'altezza di via Fontanella li aspettava il "commando" rossoverde, che li aggredì. Ricci cercò la fuga fuori da Porta Trento Trieste, ma anche da via Sansovino arrivavano truppe rossoverdi. I giostratori furono tirati giù da cavallo con la forza e malmenati. In quel momento arrivò il resto delle truppe biancoverdi, che si lanciò in difesa dei fantini, spalleggiati dai Musici (arrivati nel frattempo) e capeggiati dal capitan Piccoletti, che sfoderò la spada impugnandola per la punta a mò di clava. Ne venne fuori una grossa baruffa, poi sedata. Finì così la tormentata giostra del '71, caratterizzata dalle rivalità tra i giostratori faentini, che passerà alla storia come "La Giostra delle baruffe".