Porta Colcitrone: una nuova veduta

Arezzo, 29 Settembre 2008

Porta Colcitrone (clicca sulla foto per ingrandirla), o Crucifera, si apriva nelle mura di Arezzo in un punto tuttora identificabile in piazza di porta Crucifera: sicuramente medievale e più volte modificata nel corso dei secoli, fu demolita alla fine dell’Ottocento. Non il primo e, purtroppo, nemmeno l’ultimo di tanti sciagurati interventi, compiuti nel centro storico di questa città «in nome della migliore viabilità e dell’ “inarrestabile progresso”», come dice giustamente Andrea Andanti poco sotto citato.

Ma lasciamo la storia e i nostri commenti. Lo scopo di questo scritto, infatti, è quello di comunicare la notizia del ritrovamento, nel mercato antiquario, di un piccolo dipinto a olio su tela (cm. 36 x cm. 24), firmato “U. Tavanti” in basso a destra, che raffigura l’esterno della porta Colcitrone, con una tavolozza che ricorda (“si parva licet…”) il Telemaco Signorini di certi scorci urbani. Nel lato inferiore, in un punto della tela con solo l’imprimitura, si legge scritto a inchiostro: Arezzo Porta Colcitrone, mentre al retro, a lapis: Eseguito dal vero quando la Porta non era ancora stata demolita ossia verso il 1889.
A “U. Tavanti” è dato anche “un acquarello” con lo stesso soggetto, di cui, magari per mia ignoranza o cattiva memoria, ho però sempre visto solamente delle riproduzioni, e in bianco e nero. Di questa Porta, inoltre, sono a conoscenza di un disegno presso l’Archivio di Stato di Arezzo che ne configura il prospetto esterno e quello interno; lo pubblicò Andrea Andanti in: Storico! numero unico edito dal Quartiere di Porta Crucifera per la vittoria nella Giostra del Saracino del 22 giugno 2002. Ma di porta Colcitrone, o Crucifera, esiste (o esisteva) anche un “quadro a olio di G. Cristelli”, che io ho visto soltanto in riproduzione fotografica in bianco e nero consultando l’archivio storico on-line (www.fotoantiquaria.it) del Fotoclub La Chimera di Arezzo (id. fotografia 13.830). Sempre nell’archivio storico di questo Fotoclub è reperibile  la riproduzione fotografica di “un dipinto di U. Tavanti” che rappresenta la porta Colcitrone (id. fotografia 28.558). Quest’ultima veduta appare la medesima di quella pubblicata da Angelo Tafi nella sua Guida di Arezzo a pagina 318, con didascalia: […] acquarello di U. Tavanti; e della poco sopra citata fotografia, così come dell’immagine pubblicata dal Tafi, pare quasi la stessa cosa questa ‘nuova’ veduta. Comunque, da tutte queste immagini ci giunge una rappresentazione dell’esterno di porta Colcitrone pressoché identica.
Due ultimi aspetti: le date e “U. Tavanti”. Non mi pronuncio su quando possano essere stati sicuramente eseguiti l’”acquarello di U. Tavanti”, il “disegno” all’Archivio di Stato, il “quadro a olio di G. Cristelli”, il “dipinto di U. Tavanti”:  si trovano citati il 1885, il 1887, il 1890, e non è proprio chiaro se con riferimento all’esecuzione della veduta o all’abbattimento della Porta. La ‘nuova’ veduta…  è vecchia!, eseguita con materiali tecnicamente compatibili con il periodo, ma non ho tutti gli elementi (come la sua provenienza prima che finisse nel mercato) per attribuirle il pregio dell’originalità. Resta poi dubbio, infine, secondo me, quale nome sicuramente abbrevi quella “U.”. A questo proposito, però, credo siano in molti a ritenere che questa “U” stia per Umberto, Umberto Tavanti, il noto ingegnere e architetto aretino. 

Angiolo Cirinei

Di questo ritrovamento ne è stata data notizia con una ‘lettera’ pubblicata su “Notizie di Storia” periodico della Società Storica Aretina – n.19 anno X settembre 2008 (pag. 42).

"Il dipinto raffigurante la Porta Colcitrone oggetto di questo articolo è stato dal suo proprietario (che ha preferito restare anonimo) fatto oggetto di donazione al museo del Quartiere di Porta Crucifera, dove pertanto si trova esposto con appropriata didascalia. Arezzo, 2021".

 


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FOTOGRAFIE
Alberto Santini e Maurizio Sbragi
collaborazione fotografica di Fotozoom: Giovanni Folli - Claudio Paravani - Lorenzo Sestini - Fabrizio Casalini - Marco Rossi - Acciari Roberto

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