Il maccherone

una tradizione trentennale

il manifesto della 59a edizione
il manifesto della 59a edizione

Il Maccherone di Colcitrone è un appuntamento imperdibile nel panorama delle iniziative del Quartiere.

Ogni anno, durante le due settimane "Aspettando la Giostra" che precedono il Saracino, più di 600 Quartieristi e non, si danno appuntamento allo Slargo Colcitrone per la tradizionale cena a base di pasta fresca all'uovo "il Maccherone", buon vino e di solito un ottimo stinco.

Inizialmente steso, preparato, cotto e condito con il ragù dalla "Giulia", adesso vede impegnate le bravissime donne del Quartiere che per giorni e giorni preparano questo gustoso manicaretto proponendolo nelle due edizioni annuali: aa giugno e a settembre



Nel 1948 la giostra del saracino, che era stata interrotta a causa della seconda guerra mondiale, riprese il suo corso. E così tutti i Quartieristi, attorno alle macerie, ricostruirono quelle che poi sarebbero stati le sedi attuali.

Giulia Carpani lasciò la sua città natale, la magica Bologna, per amore e si trasferì ad Arezzo, in zona Colcitrone. E proprio in quell'anno si sposò con Angelo Daveri, meglio noto come il Bibi. Per loro era un giorno di festa, per molti un giorno normale, ma per noi Quartieristi era l’inizio di una tradizione lunga una vita.

Giulia aveva già sentito parlare di giostra e soprattutto del quartiere di Porta Crucifera, ma non avrebbe mai immaginato di potersi affezionare così tanto a Colcitrone.

Racconta di avere una dote innata: stirare la pasta è la sua qualità principale e sa fare di tutto dai topini ai ravioli, ma in particolare i maccheroni.
Inizialmente, prima che il Bibi e la Giulia si sposassero, i Quartieristi non organizzavano grandi cene, anzi ognuno mangiava nelle osterie o trattorie della zona per poi ritrovarsi al quartiere. La prima cena, infatti, fatta tra i nostri Quartieristi non avvenne in piazzetta come adesso, anche perché ancora c’erano le macerie delle mura dovute alla guerra, ma si svolse in Piazza San Niccolò.

Erano tra gli anni '60 e '70 quando le donne di Porta Crucifera al fianco di Giulia cucinarono il primo maccherone per tutto il quartiere. La novità che invase il quartiere di porta Crucifera venne proprio da questa giovane bolognese, che ebbe la fantastica idea di stirare i maccheroni nei tavolini nel bel mezzo di piazza San Niccolò, perché ovviamente ancora il fondino non c’era.

Fino ad agosto del 1985 i maccheroni non erano una vera e propria ricorrenza ma venivano fatti di tanto in tanto, in quell'agosto però una decina di 20enni, come il "Vecchio", il "Ruspa", lo "Stecco", il "Seri" (adesso cinquantenni!) amici di Marco "uno dei citti della Giulia" il "Lisca", si trovavano nello slargo e preparandosi per cenare Giulia gli disse: “Pigliate un tavolo e apparecchiate che i maccheroni ve li faccio io!” ... e da lì e nata la tradizione!

Pigliate un tavolo e apparecchiate che i maccheroni ve li faccio io!”

Decisero di preparare i maccheroni, un piatto tradizionale e fatto con ingredienti essenziali, come uova e farina, che sebbene risenta dell’influsso emiliano è di tipica tradizione toscana, la quale li associa a condimenti corposi e dal gusto deciso come sughi a base di carne o di funghi.

Già dalla quella prima cena i maccheroni venivano serviti con il sugo di carne fatto dalla nostra Giulia, accompagnati da vino rosso e, in alcuni casi, come secondo veniva servito il collo ripieno. Allora, come anche adesso, ci spiega Giulia i Quartieristi non si accontentavano di una porzione, ma chiedevano il bis ... la "riavuta"!

Gli anni passano e la tradizione ha fatto il suo corso ... settembre 2017 60esima edizione del Maccherone di Colcitrone.

Per i primi 5 anni fu fatto solo per la settimana di settembre, ma dagli anni ’90 si è cominciato a farlo in tutte e due le edizioni grazie al suo grande successo e alla richiesta di molti Quartieristi.

Una delle cose più belle per Giulia è vedere come donne e ragazze si cimentino nel fare la sfoglia e il piacere che lei prova nell'insegnare a farla.

Ammette poi che le sfoglie vengono riprese quasi tutte da lei per far sì che riescano nel migliore dei modi. Ma non solo, Giulia per un po’ di tempo ha tenuto dentro al circolo dei corsi per insegnare a fare la sfoglia, si pagava una quota d’iscrizione e poteva partecipare chiunque, anche i non quartieristi. Giulia è fiera sia di avere questa dote che di aver dato una mano e una tradizione al nostro quartiere e per la sua bravura ha ricevuto anche un diploma.
Saper stirare la pasta non è facile, c’è chi è portato, ma soprattutto bisogna metterci passione. Giulia, così famosa per il suo sugo e i suoi maccheroni, non si vuole prendere tutto il merito, infatti sorridente ringrazia: “ci sono tutte quelle donne che mi hanno sempre aiutata e lo fanno anche adesso, ma anche le ragazze più giovani danno una mano!”. Ripensando tra sé e sé si rende conto che oramai sono così tanti anni che fa il maccherone, esortata da amici e Quartieristi, che a volte il pensiero di smettere le passa nella testa, ma poi ritorna subito in sé e ci ripensa: "Ci tengo così tanto al Quartiere che non potrei".

E sorridendo dice "prima mi bastavano 50 uova adesso ne servono più di 700".

Questa è la parola e la testimonianza di chi ha passato e sta passando una vita in Colcitrone.

E .... il Maccherone è anche a Natale!!!!

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FOTOGRAFIE
Alberto Santini e Maurizio Sbragi
collaborazione fotografica di Fotozoom: Giovanni Folli - Claudio Paravani - Lorenzo Sestini - Fabrizio Casalini - Marco Rossi - Acciari Roberto

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